Malattie Infettive

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Per malattie dei bambini si intendono quelle che solitamente colpiscono la maggior parte dei bambini nei primi anni di asilo e di scuola, quando essi non hanno ancora sviluppato le difese immunitarie e vengono a contatto con altri bambini che diffondono gli agenti patogeni.

Le malattie esantematiche sono caratterizzate da eruzione cutanea (esantema) che può presentarsi sotto forma di macchioline di varia grandezza, più o meno diffuse, rilevate e/o vescicolose. 
Queste manifestazioni  cutanee spesso causano prurito e  a volte sono accompagnate da febbre, tosse e mal di gola.

Le malattie che colpiscono in età pediatrica sono solitamente molto contagiose in quanto si diffondono per via aerea già durante il periodo di incubazione, cioè prima che si manifestino i sintomi.

Per molte esiste la vaccinazione, che in alcuni casi è consigliata.

Morbillo

Parotite

Pertosse

Quarta malattia

Quinta malattia

Rosolia

Scarlattina

Sesta malattia

Varicella

 

MORBILLO

Il periodo di incubazione è solitamente di 10-12 giorni. Il contagio avviene per contatto diretto con l'ammalato, solitamente attraverso le goccioline di saliva  veicolate con il respiro e diffuse con starnuti e colpi di tosse.

sintomi iniziali sono  febbre, spesso anche alta, tosse stizzosa, raffreddore e occhi arrossati ed irritati (fotofobia); dopo un paio di giorni dalla comparsa dei primi sintomi compare l'esantema, costituito da macchie rosate irregolari spesso unite tra loro, che interessa prima il viso, vicino all'attaccatura dei capelli dietro alle orecchie, e poi, nell'arco di 2-3 giorni, si estende alle braccia, al tronco e alle gambe. Il colore diventa rosso più scuro.

La comparsa dell'esantema è accompagnata da gonfiore e tumefazione generalizzati e spesso da occhi intensamente arrossati. E' in questo periodo che la febbre raggiunge i suoi massimi valori (anche 39-40°), per poi ridiscendere gradualmente ai valori normali nei giorni successivi.

L'esantema cominica a scomparire  dopo 5-6 giorni e lascia una fine desquamazione cutanea.

Il morbillo è una malattia molto contagiosa a partire da 2-3 giorni prima della fase catarrale fino a 2-5 giorni dopo la comparsa dell'esantema.

Principali complicanze del morbillo possono essere bronchite, broncopolmonite, otite e, anche se per fortuna molto raramente, encefalite.

La principale forma di prevenzione è rappresentata dal vaccino che viene solitamente somministrato ai bambini (associato a quelli per rosolia e parotite) di età compresa tra i 12 ed i 15 mesi con un eventuale richiamo prima della pubertà.

La cura consisterà, oltre naturalmente alle indicazioni terapeutiche fornite dal medico, nel tenere il soggetto a letto, possibilmente in penombra (a causa della fotofobia), nel seguire una dieta leggera, reidratazione abbondante con bevande adatte e integrazione con vitamine, soprattutto B e C. Per alleviare il prurito è possibile utilizzare il talco mentolato.

ATTENZIONE:  Prima di intraprendere qualsiasi terapia rivolgersi sempre al medico.

PAROTITE

E' un'infezione di natura  virale che colpisce le ghiandole parotidi (ghiandole posizionate vicino all'orecchio) e può essere mono o bilaterale a seconda che colpisca una sola ghiandola o tutte e due.
La malattia viene trasmessa per contatto diretto attraverso la saliva emessa con tosse, starnuti o anche solo con il respiro.

L'incubazione della malattia è di 2-3 settimane e può iniziare con malessere, mal di testa, nausea e febbre medio-alta che dura mediamente da due a quattro giorni. 
Contemporaneamente si ha l'ingrossamento delle ghiandole parotidee. 
Essendo le ghiandole parotidee posizionate tra la mandibola e l'orecchio, il loro gonfiore provoca uno spostamento in avanti dei padiglioni auricolari che appaiono così più grandi del solito; da qui il nome popolare di "orecchioni" dato alla malattia.

La zona parotidea risulta dolorante, soprattutto alla palpazione, e il dolore si accentua con la masticazione, soprattutto se si assumono cibi che stimolano la salivazione (essendo le parotidi delle ghiandole salivari). 
Il gonfiore, dopo aver raggiunto il massimo livello in 2-3 giorni, inizia  poi ad attenuarsi lentamente  dopo circa 5-6 giorni. 
La malattia, nel suo insieme, se non si presentano complicanze, dura solitamente sui 9-10 giorni.

La contagiosità è di durata piuttosto lunga e inizia già prima della comparsa dei sintomi, per terminare alcuni giorni dopo la scomparsa del gonfiore.

Complicanze della parotite, che si verificano comunque raramente, possono essere l'Orchite (rigonfiamento dei testicoli  con febbre e dolore) negli adolescenti e negli adulti,  la Meningocefalite (infiammazione delle membrane dette meningi che rivestono il cervello che si manifesta con febbre, vomito e rigidità della nuca) e la Pancreatite (infiammazione del pancreas).

La prevenzione può essere attuata mediante la vaccinazione (generalmente associata a quelle per morbillo e rosolia) somministrata  verso i  15-18 mesi con una dose di richiamo attorno agli 11-12 anni di età.

La gestione della malattia, di competenza esclusivamente medica per quanto riguarda le eventuali terapie, può consistere comunque nel controllo della dieta e nell'applicazione di impacchi decongestionanti sulla parte interessata.

PERTOSSE

Si tratta di una malattia molto contagiosa che si trasmette mediante il contatto con la saliva e il muco del paziente infetto.
L'agente infettivo è un batterio (Bordetella Pertussis ) che produce una tossina la quale provoca lesioni a livello della mucosa dei bronchi e dei bronchioli causando così il tipico broncospasmo.

Il periodo di incubazione può variare da un minimo di 5-6 giorni fino a un massimo di 20 anche se mediamente è frequente che i primi sintomi compaiano verso i 7-10 giorni dal contagio.

La malattia si evolve in diverse fasi
Inizialmente si manifesta un quadro di infezione delle alte vie respiratorie , con tosse leggera e raffreddore, ma senza, o quasi, rialzo febbrile. In seguito gliaccessi di tosse, dapprima quasi esclusivamente notturni, diventano più frequenti anche di giorno fino ad arrivare , solitamente nella seconda settimana, a dare accessi di tosse convulsiva tanto violenti da causare vomito e cianosi.
Tali accessi impediscono al soggetto di respirare normalmente e nei brevi istanti di pausa avviene solitamente un'inspirazione molto violenta e l'aria, passando attraverso la gola contratta, determina il cosiddetto "urlo".

Nei lattanti gli accessi di tosse possono arrivare anche a provocare crisi di soffocamento.
La fase appena descritta, detta anche "fase parossistica", dura solitamente dalle 2 alle 4 settimane, dopodichè le succede un periodo di convalescenzacon accessi di tosse meno frequenti e meno violenti, fino ad una graduale estinzione della malattia. 
Spesso si verifica però che ancora per mesi o addirittura per anni si ripresentino accessi di tosse con caratteristiche simili a quelli della malattia iniziale.

La contagiosità, molto elevata soprattutto nella prima fase, inizia contemporaneamente al manifestarsi dei primi sintomi e può considerarsi esaurita dopo circa 3 settimane dall'esordio della malattia. Non solo i neonati e i bambini sono a rischio di contagio ma anche gli adulti e soprattutto gli anziani.

Le complicanze più frequenti riguardano l'apparato respiratorio e sono otiti e bronchiti; al limite, può anche sopravvenire una broncopolmonite.

La prevenzione viene attuata soprattutto con il vaccino (solitamente in associazione a quello anti-tetanico e anti-difterico) somministrato in tre dosi a 3, 5 e 11 mesi di età, solitamente con una dose di richiamo verso i 5-6 anni.

La cura, sempre di competenza del medico curante, soprattutto per quanto riguarda l'uso di antibiotici specifici, può consistere anche nella somministrazione di sintomatici antitussivi e nell'eventuale integrazione della dieta con vitamine, soprattutto la vitamina C.
Un certo sollievo dagli accessi tossivi si può avere all'aria aperta e, sicuramente, potrebbe giovare un periodo di convalescenza in montagna. 
Nei neonati sarà opportuno sollevarli dal lettino durante gli accessi di tosse per evitare crisi convulsive, ed eventualmente somministrare un sorso di acqua fresca per dare sollievo.

Particolarmente importante sarà evitare il contatto con persone affette da raffreddore o influenza dato che un'eventuale sovrinfezione peggiorerebbe notevolmente la pertosse.

QUARTA MALATTIA

La quarta malattia è causata dallo Streptococco beta-emolitico di gruppo A e colpisce soprattutto i bambini.

Può provocare complicazioni quali malattie reumatiche o a carico dei reni.
Secondo molti studiosi è una forma attenuata della scarlattina.

sintomi compaiono dopo una settimana dal contagio e sono rappresentati da febbre, arrossamento della gola, a volte con placche, ed esantema,  rappresentato da piccolissimi puntini ravvicinati a livello dell'inguine, dei glutei e a volte del viso.
Solitamente si risolve nell'arco di 8-10 giorni.

Ci si deve rivolgere al medico che valuterà la necessità di intervenire confarmaci e consiglierà eventuali esami da fare dopo una quindicina di giorni per escludere conseguenze.

QUINTA MALATTIA O MEGALOERITEMA

E' una malattia scarsamente contagiosa. L' agente infettante è un viruschiamato "Parvovirus B 19", che può essere trasmesso facilmente tramite contatto diretto con muco e saliva del soggetto infetto, emessi con starnuti e tosse; il virus penetra nel nuovo organismo attraverso le mucose delle vie aeree superiori. 
La contagiosità della malattia va da una settimana prima della comparsa dei sintomi fino al manifestarsi  dell'esantema stesso; dalla comparsa dell'esantema in poi il soggetto non è più contagioso.

Si può avere un periodo di incubazione di 1-2 settimane, ma, eccezionalmente, i sintomi possono comparire anche 3 settimane dopo il contagio.
Raramente si manifestano sintomi premonitori, salvo un possibile lieve innalzamento febbrile. 
La malattia si manifesta con il comparire di un tipico esantema (eruzione cutanea) che si presenta inizialmente al volto e in particolare alle guance, che appaiono molto arrossate e calde al tatto. La fronte, il mento e il contorno della bocca presentano invece un pallore piuttosto accentuato. Successivamente compaiono delle piccole macchie rosse lievemente rilevate al tatto, localizzate principalmente a tronco, glutei e arti inferiori e superiori. 
Con il passare dei giorni l'esantema diviene più pallido ed assume un aspetto a merletto, senza però dare luogo a desquamazione.

La durata della malattia è mediamente di una decina di giorni, ma in alcuni casi può protrarsi anche per alcune settimane. Nei mesi successivi non è raro che ricompaia brevemente l'esantema in concomitanza di  sforzi fisici intensi o stress emotivi o ancora in occasione di bagni particolarmente caldi o esposizione al sole.

Non vi sono comunemente complicazioni della "quinta malattia", salvo i casi di dolori articolari o, raramente, di vere e proprie artriti quando la malattia venga contratta da adulti. Si tratta comunque di una malattia lieve per la quale non esiste vaccino e anche la terapia, salvo diverso parere del medico, può limitarsi all'applicazione di talco mentolato per alleviare il prurito dovuto all'esantema.

ROSOLIA

Il contagio si propaga con il contatto diretto tra individui, anche se per brevi periodi (soprattutto attraverso la saliva e il respiro). Colpisce solitamente bambini tra i 3 e i 14 anni di età.
Dopo un periodo di incubazione  che si  aggira solitamente sui 16-18 giorni, compaiono i sintomi iniziali che possono essere rappresentati da febbre, spesso non particolarmente alta, mal di gola, raffreddore, occhi che lacrimano, dolori alla testa.
A tali sintomi si accompagna, in modo più o meno evidente a seconda dei soggetti, l'eruzione cutanea improvvisa. Le macchie sono rosa, più chiare di quelle del morbillo, ed iniziano dalla testa, orecchie, guance, fronte, nuca e collo, per estendersi  poi al torace nel giro di 24 ore. 
Dopo un paio di giorni  si manifesta un gonfiore alle ghiandole linfatiche della nuca e del collo, che diventano dolenti al tatto.

Il periodo di contagiosità della malattia si estende da due giorni prima della comparsa dell'eruzione fino a una settimana dopo.
Per evitare di contrarre tale malattia (particolarmente rischiosa per le donne ingravidanza per i possibili danni al feto) si potrà ricorrere alla vaccinazione, oltre a  cercare ovviamente di evitare il contatto con soggetti contagiosi.

Le eventuali terapie, strettamente di competenza del medico curante, potranno essere integrate con l'assunzione di vitamine e l'uso di talco mentolato, quest'ultimo per alleviare l'eventuale irritazione cutanea.

SCARLATTINA

L'agente infettivo di questa malattia è un batterio: lo Streptococco Beta-emolitico di gruppo A . Il contagio può avvenire  per contatto diretto sia con persone ammalate sia con "portatori sani", i quali, pur risultando immuni,  anch'essi, come gli ammalati, veicolano il batterio tramite la saliva, il muco o anche le microscopiche particelle emesse durante la respirazione.

L'incubazione dura generalmente poco meno di una settimana, dopodichè compaiono i primi sintomi, con febbre alta (fino a 39-40°), vomito, mal di gola e dolori addominali.
L'eruzione cutanea compare generalmente nell'arco di 2-3 giorni dalla comparsa dei primi sintomi, manifestandosi dapprima all'inguine e alle ascelle per  estendersi  in seguito a tutto il corpo, salvo che intorno alla bocca; il viso appare invece soltanto arrossato. 
La manifestazione esantematica consiste in piccole macchie rosa , puntiformi e molto ravvicinate, più numerose alle ascelle, all'inguine e ai gomiti. Anche lalingua si arrossa (la caratteristica "lingua a lampone") e a volte si ha ingrossamento delle linfoghiandole  del collo.

L'esantema si esaurisce generalmente nell'arco di 3-5 giorni, sostituito da una desquamazione della pelle in piccole lamelle, iniziando dal volto per poi continuare su tronco, mani e piedi.
La contagiosità è massima durante la fase acuta.

Complicanze rare ma temibili della scarlattina sono la glomerulonefrite (infiammazione dei reni) e la malattia reumatica.
Per quanto riguarda la prevenzione non esistono vaccini e, comunque, non risultano necessarie misure particolari trattandosi di una malattia lieve e di breve durata; sarà sufficiente rimanere a riposo, tenere una dieta leggera e integrarla con l'assunzione di vitamine, soprattutto durante la fase di convalescenza.

SESTA MALATTIA

È causata da un virus della famiglia  degli Herpes: "Herpes Virus Umano tipo 6".
Il contagio avviene tramite il contatto con muco e saliva del soggetto ammalato, e, così veicolato, il virus penetra nell'organismo attraverso le mucose delle vie aeree superiori. Particolarmente colpiti da questa malattia sono ibambini tra i 6 mesi e i 2 anni di vita.

 La contagiosità sembra sia limitata alla fase febbrile e al periodo di durata della manifestazione cutanea.
sintomi, che mediamente compaiono dopo una decina di giorni dal contagio, consistono in un esordio con rialzo febbrile marcato (fino a 39-41°), spesso accompagnato da raffreddore, mal di gola, arrossamento delle mucose (faringe, congiuntiva) e sensazione di malessere generale.

Nell'arco di 4-5 giorni scompare la febbre e si ha la manifestazione esantematica, con comparsa di macchioline a capocchia di spillo e di colore rosa, leggermente rilevate, facilmente confondibili con quelle della rosolia. Dapprima le eruzioni cutanee compaiono sul collo e sul tronco, per poi diffondersi al volto e all'attaccatura delle estremità; solitamente il tutto scompare nell'arco 24-48 ore.

Solo raramente si sono avuti casi di convulsioni in occasione dei picchi febbrili, e comunque in soggetti già predisposti.
La terapia, sempre comunque di competenza del medico, solitamente si limita agli anti-febbrili e ad una corretta reidratazione mediante somministrazione di liquidi adeguati. 
Non vi sono vaccini per questa malattia, per la quale comunque non sono neppure richiesta particolari azioni di prevenzione, trattandosi di una patologia caratterizzata da una breve durata  e da disturbi di lieve entità, fatta eccezione per la febbre.

VARICELLA

Si tratta di una malattia molto contagiosa; si propaga in ambiente chiuso attraverso l'aria anche a notevole distanza.
Dopo un'incubazione di 2-3 settimane la malattia inizia senza sintomi particolarmente eclatanti; un lieve innalzamento febbrile (38°)  viene seguito dalle prime eruzioni cutanee, all'inizio sul viso, tra i capelli, e poi via via  sul resto del corpo (busto, genitali e in misura minore su braccia e gambe).

Tali eruzioni si presentano inizialmente in forma di macchioline pustolose di colore rosso, leggermente rilevate al tatto, di misura variabile attorno ai 2-3 millimetri e di forma irregolare. 
Queste "papule" nel giro di poche ore assumono l'aspetto di vescicole trasparenti che col passare del tempo tendono poi a seccare lasciando sulla pelle delle crosticine che, se non toccate, si staccheranno poi spontaneamente senza lasciare cicatrici.

Solitamente l'insieme delle lesioni cutanee si risolve nell'arco di 2 settimane. 
Queste eruzioni, che in alcuni casi arrivano ad interessare anche la mucosa della bocca, risultano particolarmente fastidiose per l'intensa sensazione di prurito che insorge, soprattutto durante la loro fase risolutiva.

La contagiosità, che come già detto è molto elevata, perdura da 1-2 giorni prima della comparsa delle prime pustole fino alla risoluzione completa delle lesioni (secondo alcune fonti anche per 2-3 settimane).

Le complicazioni interessano solo i neonati in cui può subentrare una polmonite o un'infezione batterica della pelle causata dal grattamento.

Il virus responsabile della Varicella resta latente nell'individuo che ha superato la malattia e, in caso di abbassamento delle difese immunitarie, puo riattivarsi causando l'Herpes Zoster.

Pur rimanendo sempre la terapia di competenza del medico curante, si potranno attuare comportamenti complementari quali il mantenimento di una dieta leggera, una buona integrazione polivitaminica (soprattutto nelle fasi risolutive della malattia) e l'uso di talco mentolato per alleviare il prurito.

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